Studio Legale Pagano & Partners

Il Tribunale di Livorno applica la legge “salva-suicidi” a favore di una famiglia con due figli.

I debiti ammontano a circa 540.000 euro, quattro anni per tornare a vivere.

Una famiglia con due figli maggiorenni beneficerà della procedura liquidatoria in vista di una successiva liberazione dai debiti, che oggi ammontano a circa 540.000 euro.

Così ha stabilito il Tribunale di Livorno nel procedimento che seguito dallo Studio Legale Pagano & Partners.

Il sovraindebitamento origina nel 2009, anno in cui stipulava il contratto di mutuo per l’acquisto della loro casa.

La famiglia sapeva già di non poter sostenere le rate del mutuo tuttavia sperava in un futuro guadagno, mai realizzato. Uno dei due coniugi, infatti, contava sull’edificabilità di un terreno detenuto in comproprietà con il padre, la sorella e il cognato. La dichiarazione di edificabilità avrebbe permesso il realizzarsi di una plusvalenza tale da garantire l’adempimento delle obbligazioni assunte.

Il terreno, purtroppo, non è edificabile. La situazione debitoria diveniva negli anni insostenibile per l famiglia e i debiti arrivavano a circa 540.000 euro.

I clienti si sono quindi rivolti allo Studio Pagano & Partners che dopo l’analisi della posizione ha valutato di procedere con la liquidazione del patrimonio (una delle procedure previste dalla Legge 3/2012).

Cosa è una liquidazione?

E’ possibile accedere a questa procedura prevista dalla legge 3 del 2012 anche senza essere in possesso di beni mobili/immobili (in questo caso si metterà a disposizione dei creditori ad esempio una provvista mensile derivante dallo stipendio) o avendo solo un reddito esiguo.

Vi si può accedere chiaramente anche nel caso in cui vi siano beni del debitore da liquidare (mobili o immobili).

Il soggetto sovraindebitato, non avendo la possibilità di riuscire a formulare una proposta di rientro per tutti i creditori, prende la decisione di liquidare tutto quello che è il suo patrimonio.

Il debitore quindi cede il proprio patrimonio, destinandolo al pagamento dei suoi debiti. Il vantaggio concreto consiste nel fatto che il patrimonio disponibile è inferiore a tutto il monte debitorio e spesso non è di facile liquidazione e vendita.

Questa procedura permette di individuare i suoi beni, compreso lo stipendio. Si escludono dalla liquidazione i beni non pignorabili, i crediti necessari per l’alimentazione e il mantenimento. Si escludono pure gli stipendi, nella misura necessaria al mantenimento del debitore e della sua famiglia.

Il Gestore della Crisi, nominato da Organismo di Composizione della Crisi, redigerà – d’accordo con l’eventuale professionista designato e con il debitore – una relazione particolareggiata di attestazione che depositerà in Tribunale contenente, tra l’altro, una stima di questi beni, sia mobili che immobili.

Il tribunale, verificata la correttezza della procedura, emetterà il decreto di apertura della procedura liquidatoria.

L’obiettivo sarà quello di liquidare i beni riuscendo a sanare, almeno in parte, i debiti contratti dal soggetto sovraindebitato.

Tutto il ricavato, infatti, verrà successivamente destinato al pagamento, totale o parziale, dei debiti.

La procedura avrà la durata minima di 4 anni.

Il decreto di apertura della liquidazione del patrimonio sospenderà tutte le procedure esecutive pendenti e non potranno esserne iniziate di nuove.

Al termine della procedura il debitore, che avrà in qualche modo “sanato” la situazione derivante da impegni economici (obbligazioni) non rispettati nei confronti di tutti i creditori, che si sarà comportato con diligenza, che avrà cooperato con gli organi della procedura, che non avrà omesso altri proventi e non avrà contratto nuovo debito, potrà aspirare ai benefici dell’esdebitazione e liberarsi definitivamente da tutti i debiti avendo nuovamente accesso al credito. L’esdebitazione non è automatica e andrà richiesta al giudice mediante ricorso.

Il fine ultimo delle procedure di sovraindebitamento è infatti l’esdebitazione. Essa consiste nella totale liberazione dei debiti con lo stralcio definitivo del residuo (ciò che non si è “ripianato” con la procedura) e la possibilità di avere nuovamente accesso al credito.

In seguito al calcolo della spesa media mensile per il sostentamento personale e della famiglia nell’importo di 2.800 euro (esclusi dalla procedura), la famiglia indebitata mette a disposizione della procedura liquidatoria:

  • l’immobile di residenza
  • la quota di ½ del terreno censito al catasto terreni
  • una provvista mensile di euro 200 per ciascun coniuge;
  • qualunque finanza futura dovesse entrare nel proprio patrimonio, escluse le spese necessarie al sostentamento del nucleo familiare;
  • le autovetture di proprietà, con la richiesta al Giudice che liquidi al termine del quadriennio, poiché necessarie e funzionali al lavoro e ai bisogni primari della famiglia;

Trascorsi quattro anni dall’apertura della procedura di liquidazione, nel rispetto delle disposizioni di legge, i clienti dello studio Legale Pagano & Partners beneficeranno dell’esdebitazione.

 

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