Il 7 settembre 2021 il bitcoin diventa moneta a corso legale in El Salvador. Oggi i salvadoregni possono optare alternativamente per il dollaro o la criptovaluta. Riccardo Giorgio Frega, attivista dei diritti umani e autore de “Bitcoin Italia podcast”, racconta ad un’intervista a Il Sole 24 Ore lo stato dell’arte.
Conviene iniziare l’analisi valutando il sentimento che suscita nella popolazione il Presidente 41enne Bukele e la sua scelta di concedere corso legale al bitcoin. Si tratta di un Capo di Stato molto popolare, la cui politica monetaria, però, non riceve grande supporto dalla popolazione locale. I cittadini di El Salvador, infatti, vivono quasi totalmente di contante; basti pensare che l’80% delle persone non ha un conto corrente. Ed è questo uno dei motivi principali per cui la popolazione salvadoregna non ha adottato in massa il bitcoin come forma di pagamento.
Per capire a pieno il motivo per cui la criptovaluta non ha ancora preso piede nel Paese, è necessario trattare separatamente tre ordini di questioni:
1) La questione del bitcoin quale riserva di valore nelle casse dello Stato.
Il Presidente Bukele ha avviato un piano di accumulo che vede El Salvador detenere 2.381 bitcoin. Si tratta di denaro digitale che se venduto oggi comporterebbe un’importante perdita di valore rispetto al prezzo di acquisto. Quanto perseguito dal Presidente salvadoregno, però, è una grande scommessa che, come tutte le grandi scommesse, può portare grosse vincite o grosse perdite, vie di mezzo non sono contemplate. Obiettivamente, infatti, se il bitcoin si prezzasse nel corso degli anni (cosa che sta accadendo), El Salvador avrebbe fatto un grandissimo investimento, che lo renderebbe il Paese più ricco del centro America.
2) La questione delle rimesse.
Due milioni di salvadoregni vivono fuori dal proprio Paese, e spesso inviano soldi ai propri familiari. Dati alla mano, risulta che soltanto l’1,65% di questo denaro è stato trasferito mediante l’utilizzo di criptovalute. Cerchiamo di capire perché; i motivi sono più di uno.
Innanzitutto il fatto che la piattaforma Chivo, messa a disposizione dallo Stato per l’invio di bitcoin, consente di trasferire dollari oltre che bitcoin. A ciò aggiungendo che a causa della spietata concorrenzialità delle commissioni dovute per l’invio di criptovalute, le società di money transfer si sono viste costrette a diminuire il tasso delle commissioni relative all’invio di dollari dal 20-25 % al 3-5 %. Così facendo, è diventato pressoché identico trasferire denaro per mezzo di dollaro o criptovaluta.
Inoltre, il motivo per cui, a parità di condizioni, i salvadoregni continuino a trasferire denaro a mezzo dollaro è dato dalla scarsa fiducia che nutrono nei confronti dell’esecutivo e degli strumenti che mette loro a disposizione. Una scarsa fiducia figlia della storia politica del Paese oltre che dell’insufficiente campagna svolta dal Governo in termini di educazione informatica della popolazione. Sotto quest’ultimo aspetto, però, ci vuole del tempo prima che El Salvador possa vantarsi d’avere una popolazione ferrata sull’argomento.
3) L’attività di mining.
Lo Stato mina (genera) bitcoin avvalendosi dell’energia geotermica di cui è ricchissimo il Paese in virtù dei tanti vulcani presenti sul territorio. La centrale di Berlin si occupa di monetizzare la produzione di energia geotermica in disuso che prima andava persa, generando nuove criptovalute. Si tratta di una tecnica scientificamente rivoluzionaria, che si basa sul principio per cui nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. La sua convenienza è ancora da dimostrare.
Tirando le somme, quindi, El Salvador sta facendo da apripista. Tanti Paesi lo stanno “tenendo d’occhio”. Uno dei principali obiettivi della politica monetaria del Presidente salvadoregno è attrarre capitali e investitori dall’estero. E la realtà dei fatti gli sta dando ragione. Sempre più investitori esteri stanno soppesando l’opportunità di investire in quello specifico territorio. A farla da padrone, però, è un fattore che ad oggi non è ancora maturo: il tempo. Serve tempo per valutare l’opportunità di impiegare denaro in una nuova attività; così come serve tempo alle Istituzioni e alla popolazione per adeguarsi ai cambiamenti.
Oggi, quindi, è presto per giudicare; conviene valutare, monitorare e ipotizzare; le certezze sono ancora a venire.
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