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Codice della Crisi di Impresa e dell’insolvenza: ecco il terzo correttivo

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 85 dello scorso 10 giugno 2024, ha approvato un decreto legislativo che introduce disposizioni integrative e correttive al Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (d.lgs. n. 14/2019).
Lo schema del decreto legislativo approvato in prima lettura dal Consiglio è destinato a:
– correggere alcuni difetti di coordinamento normativo che sono emersi dopo i precedenti correttivi;
– emendare alcuni errori materiali e aggiornare i riferimenti normativi;
– fornire chiarimenti ad alcuni dubbi interpretativi emersi in sede di applicazione del codice.
Questo è il terzo correttivo apportato al CCII e si inserisce nel quadro degli impegni assunti col PNRR.
Quali sono le novità principali?
Nello schema sono incluse modifiche a molti punti del Codice, tra cui i crediti prededucibili. I crediti sorti durante la liquidazione giudiziale o controllata saranno, infatti, riconosciuti come prededucibili e manterranno questa natura anche in caso di successive procedure (art. 245 bis dello schema).
Per quanto riguarda la composizione negoziata, nello schema viene esteso l’accesso alla procedura anche alle imprese in condizioni di squilibrio e sarà possibile richiedere misure protettive erga omnes. Il Tribunale, quindi, potrà autorizzare finanziamenti prededucibili che saranno attuabili o prima o dopo la chiusura della composizione.
Inoltre, il decreto legislativo modificherà anche l’accordo transattivo per i debiti fiscali. Durante la composizione negoziata il debitore, infatti, potrà proporre un accordo per il pagamento parziale o dilazionato dei debiti fiscali. Questo accordo, in seguito, potrà essere risolto automaticamente in tre casi, ossia nel caso in cui venisse aperta una procedura liquidatoria, nel caso in cui venisse fatto un accertamento dello stato di insolvenza o non si rispettassero i pagamenti entro 60 giorni.
Il decreto introduce altresì delle misure premiali grazie a un piano di rateizzazione decennale e nuove norme per le note di variazione IVA.
Tra le principali novità apportare al codice, ci sono poi le modifiche all’articolo 25-octies, in cui viene rivisto il meccanismo della segnalazione anticipata per l’emersione della crisi di impresa. In particolare, la riformulazione di tale articolo prevede l’attenuazione o anche l’esclusione della responsabilità per i sindaci che si siano attivati tempestivamente con la segnalazione all’organo amministrativo. Inoltre, circoscrive in modo adeguato i termini e le condizioni per considerare tempestiva tale segnalazione, ossia 60 giorni dalla conoscenza effettiva (e non dalla teorica conoscibilità) delle condizioni di crisi.
Ci sono novità anche per quanto riguarda il ruolo dei professionisti coinvolti. In particolare, all’articolo 356 del codice, l’albo dei Gestori diventa un semplice elenco, con un riconoscimento delle prerogative degli Ordini professionali. Il ruolo del revisore legale cambia: costui, in caso di approvazione delle modifiche, avrà l’obbligo di segnalare crisi o insolvenza all’organo amministrativo entro 60 giorni.
Ancora, per quanto concerne la transazione fiscale e contributiva, lo schema esclude gli enti territoriali e crea l’obbligo per il professionista di attestare la convenienza rispetto alla liquidazione giudiziale. Con l’introduzione all’art. 23 dei c. 2 bis e 2 ter, esisterà la possibilità per il debitore di formulare all’Agenzia delle Entrate un accordo transattivo volontario che preveda il pagamento stralciato e/o dilazionato delle imposte dirette quali IRES e IRAP e delle ritenute d’acconto. Quindi, anche con il decreto correttivo rimarrà preclusa la possibilità di trovare un accordo anche con gli enti previdenziali, con gli enti locali e con l’Agenzia delle entrate con riferimento all’IVA.
I creditori avranno un termine di 90 giorni per aderire all’accordo, estendibili in caso di modifiche o nuove proposte.
Che cosa prevede lo schema in merito al cram down fiscale? Non è applicabile se nei cinque anni precedenti c’è stata una transazione risolta di diritto o se ricorrono specifiche condizioni relative ai debiti verso il creditore pubblico.
Questi interventi, se verranno definitivamente approvati, garantiranno un quadro normativo più chiaro e funzionale che aiuterà le imprese italiane a gestire le problematiche debitorie.