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L’idea da cui nasce la realtà virtuale di Ethereum viene concepita nel 2013 da un team di sviluppatori, tra i quali spicca Vitalik Buterin. 

Consisteva in una proposta di evoluzione del protocollo bitcoin, contenuta in un white paper presentato al team di sviluppo del bitcoin, il quale, però, decise di non darvi seguito.

La scelta del futuro team di Ethereum, allora, fu quella di dar vita alla propria blockchain, che prese forma il 30 luglio del 2015 con il nome originario di “Frontier”. Il prezzo degli Ether iniziò a salire nel 2016 e ad oggi risulta essere la seconda blockchain pubblica in termini di valore e la prima in termini di utilizzo.

Ethereum, quindi, sin da subito si misura col maggior cripto progetto in circolazione, bitcoin, differenziandosi da esso per alcuni aspetti fondamentali, che ne fanno una realtà quasi unica nel panorama blockchain.

 

Due criptomonete differenti

Bitcoin (BTC) e Ether (ETH)  si differenziano tra loro per una serie di caratteristiche:

  • L’anno di fondazione è differente: bitcoin viene fondata nel 2009, mentre ether nel 2015;
  • La capitalizzazione di mercato, che per bitcoin è pari a 426 mld $, mentre per Ethereum vale 215 mld $;
  • Il prezzo, dato che un bitcoin, ad oggi 22/02/2023 vale 22.510,88 euro, mentre un ether 1.533,85 euro.
  • Il meccanismo di consenso, che per bitcoin è il c.d. proof of work, mentre per Etereum è denominato proof of stake. Per una ampia panoramica dell’argomento rimando al seguente articolo.
  • Il tempo di creazione di un blocco, che per bitcoin richiede all’incirca una decina di minuti, mentre per Ethereum dai 10 ai 15 secondi.
  • Quantità massima di criptomoneta, fissata in 21 milioni per il bitcoin, illimitata, invece, per gli Ether

Differenti tipologie di finanziamento

Bitcoin nasce e si sviluppa senza ricorrere a finanziamenti; e ciò vale tutt’oggi per la maggior parte del suo sviluppo. 

Ethereum, invece, inizia il proprio sviluppo mediante un’offerta iniziale di monete (ICO), che ha permesso di incassare la somma di 18 milioni di dollari. Si tratta di offerte di monete con le quali si proponeva la vendita di token per finanziare un progetto ancorato ad una piattaforma blockchain. Col tempo, queste pratiche hanno sempre più perso valore, in ragione del crescente numero di “progetti truffa”, privi di una sostanza vera e propria, fondati piuttosto fondati sul guadagno immediato derivante dalla vendita del token, senza un’idea di investimento del denaro ricevuto in alcun’altra attività che non fosse il proprio lucro personale.

 

Il livello di decentralizzazione

In merito al livello di decentralizzazione, la tecnologia che sta alla base del bitcoin non ha pari, e ciò in gran parte in ragione del fatto che lo sviluppatore della prima tecnologia blockchain al mondo, Satoshi Nakamoto, fluttua tra il leggendario e il “mai conosciuto”. Si tratta di un personaggio mai comparso in pubblico, che è sparito lasciando la propria tecnologia blockchain priva di padroni e, appunto, in balia della decentralizzazione.

Diverso è il discorso per Ethereum, per cui, ancora una volta, si rimanda all’articolo sul mining di criptovalute citato, dato che il livello di centralizzazione dipende dal metodo di validazione dei blocchi.

 

Il costo di una transazione

Sulla rete bitcoin, il costo di una transazione dipende da due fattori: la saturazione della rete in un determinato momento e la dimensione della transazione in numero di caratteri.

Su Ethereum, il costo di ogni transazione dipende sì dalla saturazione della rete ma viene anche introdotto un nuovo fattore: la complessità informatica necessaria per eseguire la transazione. Una transazione semplice che invia Ether da un utente a un altro avrà un costo basso. Uno smart contract più avanzato che attiva calcoli complessi avrà un costo elevato.

Paragrafo tratto da questo link.

Grado di utilizzo degli smart contrat

Bitcoin, ad oggi, ha potenzialità ancora limitate per quanto riguarda l’utilizzo degli smart contract. Al contrario, invece, Ethereum si fonda su quelle che in italiano si possono definire “transazioni condizionate”. Questa blockchain, infatti, permette di subordinare la conclusione di un contratto al verificarsi di determinate condizioni. E ciò si verifica automaticamente. I campi di applicabilità della blockchain Ethereum sono, di conseguenza, i più svariati, risultando appetibile anche e soprattutto per le imprese, che si vedono dotate di strumenti validi e flessibili, in grado di adattarsi ad ogni specifica esigenza. Per questo oggi esiste un’alleanza tra aziende Ethereum, tra cui spiccano nomi come Microsoft, Samsung e Intel.

 

Si può quindi in conclusione affermare che Ethereum (più di Bitcoin) sia precursore della finanza decentrata, cioè di un sistema che qualora dovesse prendere piede nelle prassi finanziarie potrebbe comportare una naturale massificazione delle criptovalute.

 

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