Con il termine Ape (acronimo di Anticipo pensionistico) si fa riferimento al progetto pensionistico – attivo dal 1° maggio 2017 fino al 31 dicembre 2018 – che permette a tutti coloro che hanno raggiunto almeno i 63 anni di età (dei quali 20 di contributi) e si trova a non più di 3 anni e 7 mesi dalla pensione, di porre fine anticipatamente alla propria attività lavorativa, al fine di raggiungere e beneficiare del regime pensionistico.
Questo anticipo, avverrà grazie ad un prestito erogato dall’INPS.
Tale progetto, attuato grazie alla Legge dell’11 dicembre 2016, n. 232 (Legge di Stabilità 2017),rappresenta uno dei focus su cui si fonda la riforma delle pensioni che, nel caso di specie, coinvolgerà i lavoratori privati, autonomi (commercianti, artigiani…) e della P.A, con l’esclusione degli assicurati presso le corrispettive casse professionali di appartenenza.
In altre parole, grazie alla manovra Ape, i lavoratori dotati di determinati requisiti, potranno andare in pensione con un anticipo di 3 anni.
Come funziona l’Ape? Il soggetto che deciderà di aderire all’Ape, dovrà effettuare apposita domanda di prestito per l’anticipo direttamente all’INPS, che fungerà da tramite tra il richiedente e la banca o l’assicurazione che concederà il prestito. Inoltre, occorre sottolineare, che il lavoratore, al fine di poter accedere a tale progetto, dovrà necessariamente stipulare una polizza assicurativa sulla vita, copertura finalizzata a garantire il rimborso della quota restante.
Questo progetto, verrà realizzato tramite tre differenti strumenti:
- l’Ape social;
- l’Ape volontaria;
- l’Ape aziendale.
La prima, a titolo gratuito, le altre due, a carico del lavoratore. L’Ape social è stata pensata appositamente per coloro che si trovano in una situazione di difficoltà, e necessitano di un sostegno concreto da parte dello Stato – ad esempio i disoccupati o gli invalidi. Esistono, poi, ulteriori categorie di individui che possono beneficiare di tale regime, ad esempio coloro che esercitano un’attività particolarmente difficoltosa o pericolosa da almeno 6 anni e hanno, alle spalle, almeno 36 anni di contributi.
L’Ape aziendale, invece, rappresenta un vero e proprio accordo tra il lavoratore e il datore di lavoro, in cui quest’ultimo si impegna a sostenere i costi dell’Ape a favore del dipendente. Tale previsione, interesserà tutti i lavoratori le cui aziende di appartenenza saranno interessate da un piano di ristrutturazione aziendale.
Tale manovra, però, avrà anche delle ripercussioni negative: i lavoratori che decideranno di beneficiarvi, subiranno un’inevitabile penalizzazione annua media che oscilla tra il 4,5% e il 4,6% sul proprio assegno pensionistico.
Per l’accesso a tale previsione, occorre un apposito riconoscimento – di tutti i requisiti necessari – da parte dell’INPS. L’Ente, con apposita certificazione, indicherà gli importi minimi e massimi dell’Ape ottenibile: probabilmente sarà possibile richiedere una cifra che si aggira tra l’85% e il 95% della pensione netta, a seconda degli anni di anticipo richiesti.
A quanto ammonta il tasso? Ad oggi, sembrerebbe che il T.A.N. (Tasso Annuo Nominale) applicabile, si aggira intorno al 2,75%. Tale tassazione, sarà costante per l’intera durata del prestito, anche se il suo livello potrà – sulla base degli andamenti di mercato – subire delle variazioni ogni 2 o 3 mesi. Occorre, però, contemplare anche ulteriori costi: ad esempio il costo del premio assicurativo che, verosimilmente, potrà sforare il 29%, con un ipotetico T.A.N. del 2,5%.
Tra le altre spese, inoltre, bisogna aggiungere la “commissione di accesso al Fondo”.
Quanto bisogna attendere? I tempi di attuazione, ad oggi, dovrebbero essere piuttosto brevi; infatti, alcune novità relative alla tematica delle pensioni, dovrebbero pervenire entro il 1° maggio 2017.
Dopodiché, si dovranno attendere i decreti attuativi, ovvero i Decreti del presidente del Consiglio dei Ministri che, dovrebbero recepire sia le indicazioni formulate dalla legge di Bilancio, sia indicare le tempistiche, modalità della riforma pensionistica.
Stando alle ultimissime affermazioni del Ministro Poletti e di Tito Boeri, tali decreti dovrebbero essere presentati nei prossimi giorni, anche se la data della loro pubblicazione, rimane indefinita.
Nel frattempo l’Inps ha comunicato che, a breve (online dal 3 aprile), sarà presente – nel sito internet – un apposito simulatore online per quantificare e calcolare il valore dell’Ape volontaria.
Per quanto riguarda gli ultimi aggiornamenti, verranno forniti nei prossimi giorni.