Le due forze politiche al Governo hanno trovato un punto d’incontro sui principali nodi della manovra e il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera.
Sulla pace fiscale l’accordo stabilisce un’aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi.
Sarà prevista l’opzione di dichiarazione integrativa (una sorta di ravvedimento operoso) ma con la possibilità di far emergere fino ad un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di € 100.000 per periodo d’imposta.
I contribuenti che sono alle prese con il fisco, nei tribunali, potranno sanare la loro posizione pagando, senza sanzioni o interessi, il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado o il 50% in caso di vittoria in primo grado.
Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia – rivolta a coloro che avevano fatto domanda di rottamazione bis e hanno poi versato almeno una rata – saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà il condono delle “mini – cartelle” sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010. Tale stralcio significa che verranno cancellate d’ufficio e il contribuente non dovrà pagare nulla.
In arrivo anche un inasprimento delle sanzioni per gli evasori.
Raggiunta una sintesi anche sul taglio alle pensioni d’oro. La normativa stabilisce una riduzione delle quote retributive delle pensioni e degli assegni vitalizi superiori a € 4.500 netti al mese (€ 90.000,00 lordi l’anno).
Quota 100. Al fine di superare la Legge Fornero, dal prossimo Febbraio, l’obiettivo è garantire la possibilità di andare in pensione a chi tra età e contributi arriva a “quota 100”, probabilmente partendo dalla combinazione 62-38.
Stop ai doppi incarichi. Un presidente di Regione non potrà ricoprire la carica di Commissario alla sanità, poiché viene sancita l’incompatibilità. Mai più dunque incarichi alla “De Luca” o “Zingaretti”.
Deciso anche il taglio ai fondi destinati ai migranti, pari a 1,3 miliardi di euro nel triennio 2019-2021.
Nasce, infine, un secondo decreto dal vertice: si tratta del dl già denominato “taglia scartoffie e leggi inutili“.
Tra le previsioni del suddetto decreto anche la norma Bramini che contiene un nuovo meccanismo di tutela dei cittadini che hanno dei debiti nei confronti delle banche ma vantano dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Le loro case, se la norma dovesse essere confermata, saranno al riparo da aggressioni ingiustificate perché connesse a posizioni debitorie alle quali si potrebbe porre rimedio se solo i soldi che lo Stato deve ai cittadini interessati venissero sbloccati.
Un traguardo molto importante per il raggiungimento del quale, da sempre, si è profuso l’impegno dell’Avv. Monica Pagano e dell’Associazione Favor Debitoris, da lei cofondata.