Il cliente dello Studio Pagano & Partners si è ritrovato suo malgrado ad affrontare le conseguenze di una scelta compiuta dal padre, poi deceduto.
L’uomo oggi ha una casa in locazione è celibe e non ha figli. Lavorativamente è un cuoco part-time.
Il suo stato di sovraindebitamento deriva sostanzialmente dalla costituzione di una s.n.c. nel 2007 che si occupava di attività di montaggio, istallazione e manutenzione di impianti elettrici.
Soci erano l’uomo e la moglie di suo padre.
La volontà di costituire la società era stata di quest’ultimo, deceduto dopo una grave malattia. Il cliente dello Studio infatti all’epoca era poco più che ventenne e lavorava già come cuoco a tempo pieno.
La sua inesperienza e il poco tempo da dedicare all’attività di socio non potevano garantire una corretta gestione della società e nel 2018, quando perdeva il padre, l’uomo perdeva anche totalmente il controllo sulla attività della società e i rapporti con la moglie del defunto padre si incrinavano fino a perderne i contatti.
Ad oggi la società è inattiva da un biennio.
La totale esposizione debitoria dell’uomo è di oltre euro 139. 000,00 e tra i creditori principali c’è l’Agenzia delle Entrate (debiti per oltre euro 112.000,00).
Viene messo a disposizione dei creditori nella procedura liquidatoria, della durata di 5 anni:
- una provvista liquida mensile da € 400,00;
- un apporto da parte di un terzo pari ad euro 100,00 mensili;
- € 2.000,00 ossia il valore proveniente dalla vendita del motociclo.
Trascorsi 5 anni l’uomo potrà chiedere e ottenere l’esdebitazione, liberandosi definitivamente da tutti i debiti contratti.