Studio Legale Pagano & Partners

Beneficia della procedura liquidatoria una famiglia che faceva impresa nel settore della fotografia

Poco più di un milione di debiti scompariranno in quattro anni

Poco più di un milione di euro di debiti accumulati piano piano, nel tempo, per fallimento d’impresa. Questa è una storia di debiti che si conclude con un lieto fine e comincia piena di aspettative. Nel mentre vive di ansie, paure e bugie.

E’ sempre così, quando si mette in piedi un’attività il futuro ci sorride e il presente ci sprona. Col trascorrere dei giorni, poi, la realtà prende il sopravvento, e non sempre si dimostra accondiscendente e benefica.

Esattamente quello che è successo alla famiglia che si è rivolta allo Studio Legale Pagano & Partners quando la situazione era diventata ormai insostenibile.

L’attività da cui ha originato il monte debitorio nasceva nel lontano 1963, nelle vesti di ditta individuale che si occupava di realizzare immagini d’identità aziendale (marchi ecc). Nel 1986 l’impresa si tramutava in una società di persone, in seguito all’inserimento della moglie e della figlia dell’imprenditore.

L’attività risultava redditizia e nei primi anni ‘90 i soci provvedevano all’ampliamento della struttura al fine di costruire la propria residenza abitativa, di modo da rispondere tempestivamente alle esigenze dei clienti. Per fare ciò veniva acceso un mutuo, regolarmente concluso, ma causa di una crisi di liquidità tale da comportare la richiesta di un ulteriore finanziamento.

I problemi veri e propri iniziavano negli anni 2000, per cause non addebitabili alla famiglia. L’avvento della tecnologia digitale segnava, infatti, una linea di confine che separava le attività produttive, da quelle fallimentari.

La famiglia in questione non si adeguava ai tempi correnti e il fatturato ne risentiva, sempre più drasticamente, fino alla dichiarazione di cancellazione della società intercorsa nel 2019.

A quel punto, però, i debiti accumulati risultavano ormai ingenti e in nessuna maniera onorabili. Solo l’Erario era creditore di circa 325mila euro.

Poco più di un milione di euro di debiti in totale: la situazione era grave e bisognava intervenire.

E’ in questo momento che entra in gioco lo Studio Legale Pagano & Partners e in accordo col cliente si valutava la possibilità di procedere con la liquidazione del patrimonio (una delle procedure previste dalla Legge 3/2012).

 

Cosa è una liquidazione?

E’ possibile accedere a questa procedura prevista dalla legge 3 del 2012 anche senza essere in possesso di beni mobili/immobili (in questo caso si metterà a disposizione dei creditori ad esempio una provvista mensile derivante dallo stipendio) o avendo solo un reddito esiguo.

Vi si può accedere chiaramente anche nel caso in cui vi siano beni del debitore da liquidare (mobili o immobili).

Il soggetto sovraindebitato, non avendo la possibilità di riuscire a formulare una proposta di rientro per tutti i creditori, prende la decisione di liquidare tutto quello che è il suo patrimonio.

Il debitore quindi cede il proprio patrimonio, destinandolo al pagamento dei suoi debiti. Il vantaggio concreto consiste nel fatto che il patrimonio disponibile è inferiore a tutto il monte debitorio e spesso non è di facile liquidazione e vendita.

Questa procedura permette di individuare i suoi beni, compreso lo stipendio. Si escludono dalla liquidazione i beni non pignorabili, i crediti necessari per l’alimentazione e il mantenimento. Si escludono pure gli stipendi, nella misura necessaria al mantenimento del debitore e della sua famiglia.

Il Gestore della Crisi, nominato da Organismo di Composizione della Crisi, redigerà – d’accordo con l’eventuale professionista designato e con il debitore – una relazione particolareggiata di attestazione che depositerà in Tribunale contenente, tra l’altro, una stima di questi beni, sia mobili che immobili.

Il tribunale, verificata la correttezza della procedura, emetterà il decreto di apertura della procedura liquidatoria.

L’obiettivo sarà quello di liquidare i beni riuscendo a sanare, almeno in parte, i debiti contratti dal soggetto sovraindebitato.

Tutto il ricavato, infatti, verrà successivamente destinato al pagamento, totale o parziale, dei debiti.

La procedura avrà la durata minima di 4 anni.

Il decreto di apertura della liquidazione del patrimonio sospenderà tutte le procedure esecutive pendenti e non potranno esserne iniziate di nuove.

Al termine della procedura il debitore, che avrà in qualche modo “sanato” la situazione derivante da impegni economici (obbligazioni) non rispettati nei confronti di tutti i creditori, che si sarà comportato con diligenza, che avrà cooperato con gli organi della procedura, che non avrà omesso altri proventi e non avrà contratto nuovo debito, potrà aspirare ai benefici dell’esdebitazione e liberarsi definitivamente da tutti i debiti avendo nuovamente accesso al credito. L’esdebitazione non è automatica e andrà richiesta al giudice mediante ricorso.

Il fine ultimo delle procedure di sovraindebitamento è infatti l’esdebitazione. Essa consiste nella totale liberazione dei debiti con lo stralcio definitivo del residuo (ciò che non si è “ripianato” con la procedura) e la possibilità di avere nuovamente accesso al credito.

 

Ai fini della procedura liquidatoria la famiglia mette a disposizione dei creditori:

  • immobili di proprietà per circa 700mila euro;
  • l’autovettura del valore di circa 15.000 euro;

A conclusione della procedura di liquidazione, se avranno rispettato quanto disposto dal Tribunale di Pavia, i clienti dello studio Legale Pagano & Partners beneficeranno dell’esdebitazione.

 

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