Studio Legale Pagano & Partners

Debiti per 230.000 euro nelle mani dello Studio Legale Pagano & Partners

Il Tribunale di Busto Arsizio: quattro anni per la liberazione dai debiti.

A rivolgersi allo Studio Legale Pagnano & Partners è un ex perito assicurativo che nel corso degli anni aveva accumulato un giro di debiti pari a circa 230.000 euro, in gran parte dovuto all’Esattoria per le imposte relative alla ditta individuale.

Il nucleo familiare si compone della madre 87enne e del fratello 59enne; la prima titolare di reddito pensionistico, il secondo non titolare di alcun reddito. Entrambi, inoltre, gravano in condizioni fisiche tali da necessitare una continua assistenza, oltre che di una stanza loro dedicata.

Il sovraindebitamento inizia nel 2003, quando il cliente dello Studio inizia a svolgere l’attività di perito assicurativo presso tre differenti compagnie, nelle vesti di P.IVA. Le prime avvisaglie si hanno in quanto le Compagnie per cui lavora saldavano le fatture a 90 giorni, così da garantire liquidità. Ciò costringeva il perito a domandare il primo fido bancario per onorare le scadenze fiscali e contributive. Negli anni successivi il debitore spesso non riusciva a pagare le tasse, a ciò aggiungendo la perdita di due delle tre Compagnie per cui prestava l’attività lavorativa.

Nel 2011, alla situazione già di per sé critica, si aggiunge la perdita del lavoro da parte del fratello e la contemporanea mancanza del padre. Sull’assistito viene a gravare gran parte del sostentamento dell’intera famiglia. Nel 2014, poi, pure l’ultima compagnia assicurativa “lo lascia a casa”, ciò che comporta la nascita di un malessere psicofisico.

L’OCC stima del valore di 2.550 euro il fabbisogno mensile del nucleo familiare. Tale fabbisogno non è solo di spettanza del soggetto sovraindebitato. Vi adempie pure la madre proporzionalmente alla propria pensione,per un valore pari a 872,00 euro.

Ciò significa che dei 2.285,00 euro mensili percepiti dal cliente dello Studio, 1.765,00 rimarranno sotto la propria disponibilità. L’eccedenza sarà destinata alla procedura liquidatoria e sarà tale da non far figurare il soggetto sovraindebitato quale debitore “incapiente”.

Per garantire la gestione delle somme e la verifica dei redditi, poi, il datore di lavoro provvederà a versare lo stipendio del debitore sul conto corrente intestato alla procedura.

Cosa è una liquidazione?

E’ possibile accedere a questa procedura prevista dalla legge 3 del 2012 anche senza essere in possesso di beni mobili/immobili (in questo caso si metterà a disposizione dei creditori ad esempio una provvista mensile derivante dallo stipendio) o avendo solo un reddito esiguo.

Vi si può accedere chiaramente anche nel caso in cui vi siano beni del debitore da liquidare (mobili o immobili).

Il soggetto sovraindebitato, non avendo la possibilità di riuscire a formulare una proposta di rientro per tutti i creditori, prende la decisione di liquidare tutto quello che è il suo patrimonio.

Il debitore quindi cede il proprio patrimonio, destinandolo al pagamento dei suoi debiti. Il vantaggio concreto consiste nel fatto che il patrimonio disponibile è inferiore a tutto il monte debitorio e spesso non è di facile liquidazione e vendita.

Questa procedura permette di individuare i suoi beni, compreso lo stipendio. Si escludono dalla liquidazione i beni non pignorabili, i crediti necessari per l’alimentazione e il mantenimento. Si escludono pure gli stipendi, nella misura necessaria al mantenimento del debitore e della sua famiglia.

Il Gestore della Crisi, nominato da Organismo di Composizione della Crisi, redigerà – d’accordo con l’eventuale professionista designato e con il debitore – una relazione particolareggiata di attestazione che depositerà in Tribunale contenente, tra l’altro, una stima di questi beni, sia mobili che immobili.

Il tribunale, verificata la correttezza della procedura, emetterà il decreto di apertura della procedura liquidatoria.

L’obiettivo sarà quello di liquidare i beni riuscendo a sanare, almeno in parte, i debiti contratti dal soggetto sovraindebitato.

Tutto il ricavato, infatti, verrà successivamente destinato al pagamento, totale o parziale, dei debiti.

La procedura avrà la durata minima di 4 anni.

Il decreto di apertura della liquidazione del patrimonio sospenderà tutte le procedure esecutive pendenti e non potranno esserne iniziate di nuove.

Al termine della procedura il debitore, che avrà in qualche modo “sanato” la situazione derivante da impegni economici (obbligazioni) non rispettati nei confronti di tutti i creditori, che si sarà comportato con diligenza, che avrà cooperato con gli organi della procedura, che non avrà omesso altri proventi e non avrà contratto nuovo debito, potrà aspirare ai benefici dell’esdebitazione e liberarsi definitivamente da tutti i debiti avendo nuovamente accesso al credito. L’esdebitazione non è automatica e andrà richiesta al giudice mediante ricorso.

Il fine ultimo delle procedure di sovraindebitamento è infatti l’esdebitazione. Essa consiste nella totale liberazione dei debiti con lo stralcio definitivo del residuo (ciò che non si è “ripianato” con la procedura) e la possibilità di avere nuovamente accesso al credito.

La competenza è del Tribunale di Busto Arsizio. L’ammontare del debito è pari a circa 230.000 euro. Il cliente vi provvederà per i 4 anni richiesti dalla procedura esclusivamente per la parte del proprio stipendio che ecceda il sostentamento del nucleo familiare. Trascorso il tempo necessario senza impedimenti il cliente dello Studio Legale Pagano & Partners beneficerà dell’esdebitazione.

 

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